Potremo iniziare questo articolo scrivendo “Buon primo compleanno Covid”, dove per buono non si vuole far riferimento alla fine del virus ma al fatto che, dopo un anno, c’è sul campo un vaccino che sta creando una buona immunizzazione nelle diverse frange di popolazione che l’hanno già ricevuto.
Facciamo un passo indietro di 12 mesi, Marzo 2020, dopo un primo scetticismo di fronte a quella che poteva sembrare una normale influenza, l’Italia si blinda. L’individuazione, a fine febbraio, del primo caso a Codogno del cosiddetto paziente uno aveva portato gli amministratori all’emanazione di misure restrittive in tutti i comuni del Lodigiano per isolare i focolai. Ma le cose non erano così semplici, il virus in realtà circolava già in tutta la penisola e solo più tardi dagli ospedali emergeranno dichiarazioni sull’esistenza di un numero maggiore di casi di polmonite rispetto agli anni precedenti.
La prima settimana di marzo il governo Conte annuncia il primo lockdown, scuole chiuse e sospensione di tutte le attività sportive. Le misure si faranno via più ristrette, fino ad un lockdown totale. È l’inizio della fine di tutte quelle mansioni di vita quotidiana che ogni individuo era abituato a compiere in una situazione di normalità. È l’inizio di una sofferenza economica senza eguali che porterà molte aziende a chiudere e lascerà intere famiglie in condizioni disperate. L’obbligo di indossare dispositivi di protezione individuale ( mascherine e guanti nel primo periodo), utilizzo di disinfettanti per le mani, distanza interpersonale, diventano concetti ridondanti di qualunque messaggio politico. I diversi decreti governativi cercano di gestire in maniera lungimirante una situazione mai vista prima.
In una situazione di questo tipo continui e accesi saranno i confronti tra virologi, medici, politici, ed economisti. Si scopriranno nuovi modi di comunicare, lo smart working sarà indispensabile sia per arginare i contagi nei posti di lavoro che per permettere ai genitori che hanno i figli a casa, come conseguenza della chiusura scuole, di riuscire comunque a seguire la prole.
La Dad, didattica a distanza, è un’altra sigla mai sentita prima che descrive il metodo on line che permetterà a milioni di studenti di non perdere i contatti con il mondo scuola. Riunioni di lavoro, conferenze stampa, chiacchierate con gli amici, tutto si sposta in rete, un mondo virtuale che paralizza e crea non pochi disagi. Il processo di digitalizzazione prende il via in maniera feroce, talvolta irruenta e fa emergere disparità sociali apparentemente celate.
Un altro grande dibattito che ha visto protagonisti esperti di tutto il mondo è quello che fa riferimento alle origini e alle cure di questo “virus con la corona in testa”, come lo hanno definito molti bambini nel sentire i racconti di genitori disperati che cercavano di spiegare ai più piccoli il lockdown.
Sul primo punto si era partiti da un virus di origine animale proveniente dai mercati della Cina. Si sono coinvolti pipistrelli, pangolini, tartarughe. Poi si è pensato alla creazione di un virus in laboratorio. Tante ipotesi ma nessuna conferma. Sulle terapie, oltre a quelle farmacologiche, un buon riscontro è arrivato con l’uso del plasma iperimmune, ovvero quel plasma appartenente ai soggetti che hanno debellato la malattia e che sviluppa gli anticorpi al virus se iniettato nei soggetti malati.
Più che sulle cure la cosa che da subito bisognava fare era cercare un vaccino capace di immunizzare dal virus e dalle sue possibili variazioni. In un anno un’enorme flotta di scienziati è scesa in campo per trovare il vaccino più adatto. Diverse le case farmaceutiche in corsa per la produzione del farmaco che poteva salvare il mondo.
E finalmente a fine 2020 arrivano le prime dosi, ciascun paese decide metodi e modalità di inoculazione del farmaco. Non tardano ad arrivare i primi intoppi. L’Italia ad oggi risulta in forte ritardo rispetto agli altri paesi dell’UE, è stata vaccinata la popolazione sanitaria, quella delle forze di pubblica sicurezza, tutti i degenti delle case di cura ed Rsa, ma ci sono forti rallentamenti per le scuole e per gli ultra ottantenni.
Tutti sperano in un miglioramento della curva epidemiologica nella bella stagione, ma non bisogna dimenticare che l’allentamento della morsa dei decreti restrittivi da parte del Governo, nell’estate 2020, necessaria per risollevare il grande disagio economico che ne era scaturito, ha portato alla percezione di un “liberi tutti” fasullo che ha visto i dati sui contagi risalire vertiginosamente in autunno.
Il virus non ci ha mai abbandonato, in un anno ci ha mostrato cose mai viste e mai pensate, ci ha catapultato in un mondo surreale. La realtà è che ancora esiste e urge prudenza, la strada per uscirne è ancora lunga.