RT si, RT no. I dati dell’indice di contagio il cui arrivo era inizialmente annunciato entro mercoledì 6 sono arrivati nel tardo pomeriggio di oggi e in maniera confusa lasciando tutti e i 377 comuni delusi e con un nulla di fatto, anzi con il solo dpcm di Conte cui far riferimento. Nessuna apertura dall’11 e ci si riaggiorna al 18 maggio, come in gran parte dell’Italia del resto.
Nei comuni con meno di 30 positivi l’indice di contagio risulta Non Rilevabile, cioè per buona parte dell’isola visto che gli unici altri dati presenti nel documento diffuso dalla regione indica la Città Metropolitana di Cagliari con 0,45 – quindi un dato positivo e sotto la soglia – il paese di Ossi con 0,11 – anche questo buono – e Sassari con un dato di 0,96 alto e aldilà dell’indice richiesto dalla regione per le riaperture anticipate della fase 2.
La media posiziona l’isola ad un RT di 0,48. Ma l’indicazione del presidente della regione è di rinviare al 18 le riaperture inizialmente considerate possibili per lunedì 11 maggio e lasciare comunque la palla ai sindaci. Ad ogni modo sono attese per la giornata di sabato precisazioni in merito ai dati annunciati e all’ordinanza del 2 maggio che ha scatenato decine di FAQ, cui seguirà quindi una circolare esplicativa.
Nonostante il dato positivo di 0.48 i 17 sindaci della Città Metropolitana di Cagliari all’unanimità scelgono di rinviare al 18 maggio le aperture delle attività. “La riapertura anticipata rispetto al DPCM si dimostra troppo pericolosa per commercianti, artigiani e per i cittadini – spiegano – Come già concordato nell’ultima Conferenza metropolitana e come sottolineato nella lettera inviata al presidente delle Regione Christian Solinas il 5 maggio, i sindaci chiedono di esser considerati come un unico territorio in cui consentire gli spostamenti intercomunali”.
Altri sindaci dell’isola nonostante l’indice basso o non rilevabile non sono disposti a prendersi la responsabilità al posto della regione. “Per una settimana di differenza era necessario mettere in agitazione 377 comuni, migliaia e migliaia di operatori economici e di dipendenti per poi avere un dato statisticamente NON significativo? – commenta a caldo il presidente Anci Sardegna Emiliano Deiana sul suo profilo facebook – Adesso, più che mai, i sindaci sono di fronte a un bivio: aprire senza nemmeno l’appiglio di quel dato certo, ma di quello regionale aggregato, e richiamato nell’ordinanza del presidente o convincere gli esercenti a usare insieme un supplemento di prudenza e di aprire il 18 maggio sotto la “copertura” del Governo e dei protocolli INAIL approvati e vigenti: a tutela di tutti. Sindaci ed esercenti in primis, gli unici a metterci la propria personale responsabilità civile, penale e patrimoniale”.