La guerra al Coronavirus in Italia attraversa una nuova fase di recrudescenza, con aumento dei contagi e dei ricoveri che fa scattare il preallarme del Comitato tecnico-scientifico (Cts) sull’orizzonte di un’altra ondata di criticità sanitarie da gestire. Così il Governo Draghi viaggia verso il prossimo Dpcm con l’ipotesi una ulteriore stretta per il Paese. Si parla di zone gialle a controllo rafforzato, zone rosse localizzate con misure più severe sul “modello Codogno” e di lockdown nel weekend come a Natale.
Nello spettro delle misure che comporranno il prossimo Dpcm per l’emergenza Covid targato Mario Draghi, si irrobustisce l’ipotesi di un rafforzamento delle restrizioni, ma il piano di contenimento non sarebbe rigidamente pensato su scala nazionale quanto locale. Si parla di azioni mirate e chirurgiche, di zone gialle rafforzate, zone rosse localizzate “modello Codogno” e di un lockdown nel weekend come a Natale.
Questo avrebbe suggerito il Cts al Governo, alla luce dell’escalation di contagi. A un anno esatto dall’esordio della pandemia, il mondo non è ancora uscito dalla crisi e l’Italia ha superato i 100mila morti.
L’arrivo di nuovi divieti sembra ormai concreto, su indicazione degli esperti che avrebbero evidenziato la necessità di ridurre l’incidenza per ristabilire il contact tracing.
Tra le priorità, quella di estendere al massimo la campagna vaccinale nel più breve tempo possibile. “Sulle varianti resistenti ai vaccini dobbiamo metterci in testa che serve tolleranza zero. Laddove si manifestano e c’è un focolaio, bisogna chiudere tutto, in stile Codogno, perché non possiamo permetterci che si diffondano nel paese. Significherebbe resettare l’orologio del paese un anno indietro”, sostiene Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all’Università di Padova.
“Se chiedete la mia posizione su un lockdown nazionale, penso che adesso non serva qualcosa di generalizzato. Vanno guardati i dati di settimana in settimana. Sicuramente un rafforzamento di alcune misure è necessario. Nel frattempo la vaccinazione va avanti”, afferma il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (M5s).