Oggi, 17 maggio è un altra di quelle giornate “contro” che non vorremmo mai celebrare. I valori dell’uguaglianza “cardine della nostra Costituzione”, della tolleranza, dell’inclusione, della solidarietà e della libertà dovrebbero essere patrimonio imprescindibile di una società moderna, civile, avanzata… e la nostra si ritiene tale!
Abbiamo ancora bisogno di celebrare la Giornata Internazionale contro la violenza alle donne, contro tutte le mafie, contro gli sprechi alimentari (quanto ancora dovremo sopportare i morti per fame?), la giornata contro le discriminazioni razziali (razza “Umana” scrisse Einstein sul modulo per entrare negli USA!), contro il lavoro minorile (nelle miniere del Congo scendono bambini di 6-7 anni ad estrarre il cobalto per i nostri telefonini!), contro il traffico di stupefacenti, contro la pena di morte, per l’abolizione della schiavitù… l’elenco è lunghissimo e mette in luce un aspetto inverosimilmente tragico della nostra società.
Dal 2007, il 17 maggio di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia (IDAHOBIT – International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia), per riflettere, denunciare e lottare contro ogni forma di violenza fisica, morale e simbolica all’orientamento sessuale.
Si è scelto il 17 maggio perché è la data in cui nel 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, ma non ancora la varianza di genere.
Sono molte le manifestazioni in Italia e nel mondo per celebrare questa data. In Sardegna, a Cagliari, le protagoniste della scena sono le donne della comunità LGBTQIA+, del mondo transfemminista e delle persone con disabilità “stanche di subire una narrazione violenta condotta da chi vuole avere la libertà di odiarci, discriminarci, di picchiarci, di ucciderci e di rendere invisibili i nostri corpi e le nostre vite. Lo diciamo chiaramente: la violenza non è un’opinione!” come si legge dal loro post su facebook.
Scendono in piazza ai Bastioni Saint Remy dalle 18.00 alle 20.00 di oggi con lo slogan “Frocie alla riscossa” che vuol essere anche una risposta pubblica al quotidiano Libero che ha dedicato loro una prima pagina con scritto “Omosessuali alla riscossa”, ma che dimostra soprattutto la loro volontà rinnovata e sempre più forte di lottare per rivendicare totalmente i diritti che ancora gli sono negati.