Una festa di colori, tante tantissime persone ai bastioni Saint-Remy a Cagliari ieri pomeriggio in occasione della giornata internazionale contro l’omo-bi-trans-fobia. Tutta la comunità LGBTQA+ e molte altre cittadine e cittadini “alla riscossa” per chiedere il rispetto delle soggettività e degli orientamenti che differiscono dalla logica eterosessuale e ribadire a gran voce che l’odio e la violenza non sono opinioni.
Erano in piazza per dare pieno sostegno al disegno di legge Zan e per dar voce alle realtà discriminate e oppresse per l’orientamento sessuale, l’identità di genere, il genere di appartenenza e per la propria etnia e disabilità.
Presenti ai bastioni Saint-Remy i molti sostenitori dell’iniziativa fra cui Movimento “Pride – Frocie alla Riscossa”, AGedO Cagliari, (Associazione Genitori di Omosessuali), AISM Cagliari (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), COF (Collettivo Oristano Femminista), Fridays for future Cagliari, GIULIA Sardegna (Giornaliste Unite Libere Autonome), LILA Cagliari (Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS), Non Una di Meno Cagliari, Sa Domo de Totus, Sardegna Possibile, 6000 Sardine Sardegna, SPIGA Sardegna (Sportello per l’Identità di Genere Autonomo), Strajk Kobiet Sardynia, UniCA LGBT, PAS Sardegna (Priorità alla Scuola).
Il popolo riunito sui bastioni Saint-Remy ha reso omaggio con un minuto di urla a Mirko Fauci, il ragazzo diciannovenne accoltellato a Tortolì la settimana scorsa, mentre tentava di difendere la madre, che sta ancora lottando per la vita, dalla furia omicida del suo ex compagno.
Molti gli interventi che si sono succeduti da cui sono emerse richieste specifiche, fra cui la calendarizzazione al Senato del ddl Zan già approvato alla Camera, l’introduzione dell’educazione alla sessualità nelle scuole, l’apertura di centri antiviolenza LGBTQA+, ampliamento e rispetto della legge 164 sull’interruzione volontaria della gravidanza e piena parità di genere.
E’ emersa con forza l’importanza di un appropriato linguaggio giornalistico – che dovrebbe usare parole non discriminanti e più rispettose dell’individualità: perché parlare di “il transessuale o la transessuale” quando si dovrebbe più giustamente scrivere “il ragazzo o la ragazza”, “l’uomo o la donna”?
Una condizione indispensabile, si è ribadito a più voci, è l’unità di tutte le realtà discriminate ed oppresse, per raggiungere l’obiettivo comune della trasformazione della nostra società patriarcale,discriminante, in una società inclusiva, libera, non violenta.