Ieri Michela di Baressa (Oristano), 38 anni, madre di una bambina vittima della separazione conflittuale dei genitori e attualmente affidata al padre, era in udienza al Tribunale di Oristano accusata di “sequestro di minore”. Da vittima delle violenze subite dal compagno, a colpevole per esserne “fuggita” con la figlia.
In seguito ad un’ordinanza del giudice, il 3 luglio 2018, con l’intervento dei Carabinieri, la bambina viene strappata alla madre e consegnata al padre denunciato in precedenza da Michela per maltrattamenti e violenze. Da quel giorno Michela, che vive a Baressa con i genitori, può vedere la figlia solo in incontri protetti in una struttura protetta di Viterbo, dove viveva insieme al compagno. I contatti telefonici sono contingentati e Michela ignora dove e con chi vive la bambina che ha ora sei anni.
La piccola ha subito danni psicologici rilevanti da questa brutale separazione, certificati da psicologi infantili e Michela, non solo è lontana dalla sua bambina, ma deve anche difendersi in tribunale dall’accusa di essere fuggita per proteggere sé stessa e la figlia da un violento.
Il processo che si è aperto ieri vede entrambi imputati e parti offese. Michela per sequestro di minore e lui per averla investita con l’auto nell’atto di portarle via con violenza la figlia.
La Corte ha ascoltato il racconto logorroico di Bruni che ha parlato per più di tre ore paventando un falso vittimismo e rifiutando categoricamente, sebbene più volte richiesto dalla Giudice, di far incontrare mamma e figlia. Alla ripetuta domanda per sapere dove si trova la bambina ha continuato a rispondere laconico e sdegnoso: “con me”.
Michela ha depositato un memoriale evitando così di doversi esprimere davanti al mostro e celare la rabbia ed il risentimento nei confronti di chi ha ingiustamente privato lei e la figlia dall’affetto più grande.
La Giudice, prenderà atto della memoria depositata e stabilirà una data per la prossima udienza che si terrà nel mese di aprile.
A causa delle misure restrittive per contrastare la diffusione del Sars-Cov 2, erano presenti davanti al Tribunale di Oristano solo alcune rappresentanti delle associazioni femminili fra cui Pupi Tarantini, Presidente di Coordinamento 3 Sardegna e Katia Atzei di Feminas Amanutentas. Erano presenti inoltre Pasqualina Pippia, Presidente della Commissione Pari Opportunità di Oristano e Patrizia Cadau, commissaria di Pari Opportunità di Oristano che segue con passione e affettuosa vicinanza la vicenda di Michela fin dall’inizio, quando ha assistito nel mese di luglio 2018, al violento distacco della bambina dalla sua mamma.