Sono più di 25mila le persone che chiedono a gran voce la salvaguardia dei litorali della Sardegna. Riscuote consensi la petizione portata avanti dal gruppo d’intervento giuridico onlus e destinata al Ministro per i beni e attività culturali e turismo, al Presidente della regione Sardegna e al Presidente del Consiglio regionale sardo.
L’obiettivo è quello di mantenere i vincoli di inedificabilità nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina, così come prevedono le normative vigenti e dalla disciplina del piano paesaggistico regionale.
«Norme e disposizioni di fondamentale buon senso, se si vuol mantenere una caratteristica ambientale della Sardegna e una strategica risorsa economico-sociale, eppure in grave pericolo. Non solo. Le pessime intenzioni che trasversalmente attraversano la classe politica sono recentemente emerse – nonostante la devastante emergenza sanitaria determinata dalla pandemia di coronavirus– con la privatizzazione strisciante delle spiagge determinata dalla legge regionale Sardegna n. 3 del 21 febbraio 2020, che prevede, a mera comunicazione dei concessionari demaniali, il mantenimento tendenzialmente permanente di chioschi e installazioni varie sul demanio marittimo, nonostante vi siano solo autorizzazioni stagionali».
Una legge, ricordano «impugnata davanti alla Corte costituzionale per violazione delle competenze statali in materia di tutela ambientale». «Abbiamo difeso, difendiamo e difenderemo la nostra Terra, millimetro per millimetro. Ne stiano certi».