L’intervento dei Sottosegretari Alessandra Todde e Giulio Calvisi sulla possibilità che la Sardegna possa essere la sede prescelta per ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi era atteso da questo pomeriggio con la speranza di una smentita. I Sottosegretari al Ministero dello Sviluppo Economico Alessandra Todde e il Sottosegretario alla Difesa Giulio Calvisi hanno invece precisato che – con la pubblicazione dei siti nella Carta – è partita una fase di consultazioni e condivisione di scelte che vedrà la richiesta dei pareri del territorio.
“La pubblicazione della Carta è un atto dovuto e atteso, che sana un ritardo per il quale, nell’ottobre scorso, l’Unione Europea aveva aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Lo studio perciò non può essere confuso strumentalmente con la volontà o addirittura come una decisione da parte di questo Governo. Per inciso, qualsiasi governo, di qualsiasi colore politico avrebbe dovuto pubblicare la stessa Carta predisposta dalla Sogin e validata dall’ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione) perché la metodologia utilizzata per identificare i 67 siti potenzialmente idonei deve seguire le linee guida IAEA (International Atomic Energy Agency)“, spiegano nella nota.
“Lo studio è propedeutico all’inizio di una fase di confronto e valutazione, tra stato, regioni, enti locali e popolazioni interessate che durerà 44 mesi. Solo alla fine di questa fase sarà assunta una decisione. È chiaro che il parere delle istituzioni e delle
popolazioni sarà determinante per la individuazione del sito. Lo studio – proseguono Todde e Calvisi – fa comunque emergere, al di là della geologia, le criticità dell’ubicazione su un’isola (costi di logistica e rischi ambientali nel trasporto) oltre che variabili socio economiche che rendono ancor minore l’opportunità di un sito in
Sardegna. La posizione della Sardegna riguardo alla possibilità di ospitare siti di
stoccaggio di rifiuti radioattivi è conosciuta, almeno da questo governo, ed è sempre stata molto chiara e netta. Si tratta di una posizione unitaria della Regione Sardegna, dei Comuni, delle forze politiche di ogni orientamento, ma ancora di più del Popolo Sardo che nel 2011 si espresso in maniera plebiscitaria con oltre il 97% di no al
nucleare. È importante perciò ribadire che ogni eventuale futura decisione
riguardo a una questione così delicata e strategica, non potrà che essere
frutto di un confronto trasparente, partecipato e chiaro tra le istituzioni, le forze del territorio, le parti sociali, il mondo produttivo. Questo vale per la Sardegna e per le altre regioni italiane.” – concludono i Sottosegretari Todde e Calvisi.
Nel frattempo il presidente Solinas ricorda che i sardi hanno già detto No alle Scorie Nucleari con un referendum e una legge regionale e che hanno già pagato il loro tributo allo stato in termini di vite umane e inquinamento da industrie che non hanno mai bonificato le aree di compentenza.