Grazie alla richiesta su Instagram di Elisabetta Runner, oggi la finestra sull’isola ci porterà a visitare il territorio di Assemini.
Molti ricordano Assemini per le discoteche K2, il Kilton e l’Eurogarden, ma in pochi sanno che Assemini ha una tradizione millennaria nella lavorazione della ceramica. I ritrovamenti delle prime ceramiche ad Assemini risalgono al periodo punico compreso fra la fine del quinto e il terzo secolo avanti Cristo.
Ancora oggi il mestiere del ceramista, che continua a tramandarsi di generazione in generazione, conserva tutta quella conoscenza e tradizione che gli antichi ci hanno trasmesso. Ecco che quindi ritroviamo disegni, colori e forme a noi conosciute e la cui origine si perde nella notte dei tempi, come la gallinella, il vaso della sposa o addirittura i famosi bronzetti nuragici.
Ma lasciando il centro abitato e addentrandoci un po’ più in là all’interno del territorio, proprio a due passi troviamo l’immenso parco di Gutturu Mannu. In Campidanese il nome significa Grande Gola, denominazione dovuta al fatto che si tratta di un enorme canyon, scavato nei millenni dal fiume che porta lo stesso nome, e ricoperto di vegetazione. Stiamo parlando di trentaseimila ettari di natura quasi completamente incontaminata, dove si è creata la più vasta foresta di macchia mediterranea dell’intero bacino del Mediterraneo.
Qui sorge il Monte Arcosu dove al suo interno nasce la più vasta Oasi del WWF in tutta Italia, con i suoi tremila seicento ettari di estensione. Un’area naturale protetta che, tra sugheri e lecci, custodisce una specie che abbiamo rischiato di vedere estinta: il cervo sardo che ormai è tornato a popolare l’isola. Il territorio infatti venne assai impoverito a causa della caccia sconsiderata dei bracconieri ma grazie all’acquisizione del territorio da parte del WWF nel 1985, ricominciò a popolarsi della tipica fauna selvatica tra cui, oltre al cervo sardo, troviamo i cinghiali, i daini, le volpi, i gatti selvatici, le aquile reali, i falchi e le poiane. L’oasi è distante da Cagliari circa venti chilometri e purtroppo ancora non è raggiungibile con i mezzi pubblici. Una passeggiata lungo i bellissimi sentieri è rigenerante, a seconda dei periodi dell’anno infatti godrete di diversi profumi e colori; potrete rimanere incantati dal magico suono dello scrosciare dei corsi d’acqua tra le pietre granitiche o potrete addirittura ammirare svariati tipi di orchidee selvatiche. Una cosa è certa, ogni volta che lo vedrete, sarà diverso, perché siete dentro un canyon, dentro un fiume, dove si sa, tutto scorre.
Con questa rubrica, vogliamo accompagnarvi a scoprire le bellezze naturalistiche e archeologiche inaspettate e meno conosciute all’interno delle nostre città! La prossima potrebbe essere proprio la tua! Tagga @corrieresardo sulle foto di un angolo della tua città che vuoi vedere approfondito sul nostro giornale e inserisci l’hashtag #unafinestrasullisola