Il 2020 sardo lascia la scena con immagini simbolo che vanno dall’emergenza Covid a quella dell’alluvione che ha devastato il territorio di Bitti e diversi altri centri. Nel mezzo, un’estate rovente sul fronte degli incendi, con roghi di vasta portata che hanno attraversato l’Isola con il loro carico di violenza e paura, in uno scenario da corsa contro il tempo per salvare uomini, animali e aziende duramente colpiti da un disastro che ha visto il suo culmine nel mese di agosto. Sarule, Orgosolo e Bonorva tra i comuni maggiormente interessati, dove per giorni la macchina dei soccorsi si è mossa senza sosta per arginare il rischio di ulteriori danni, con l’impiego di decine di uomini e mezzi.
Proprio nel solo mese di agosto si è condensato il più alto numero di criticità, come sottolineato dall’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, in un bilancio che tiene traccia di 746 incendi – per una superficie complessiva di 4.842 ettari (1.702 boscati) – in cui il dato peggiore risulta concentrato nella giornata del 1° agosto. Quest’ultima è ricordata come la più critica di tutto l’anno, con ben 29 incendi – per 7 dei quali si è reso necessario l’intervento di uno o più elicotteri regionali e per 4 l’ausilio dei mezzi aerei della Protezione civile nazionale (su una superficie complessiva di 2.669 ettari, 817 di superficie boschiva) -.
Nelle campagne di Bonorva il maggior numero di ettari devastati dalle fiamme (quasi metà dei circa 5mila interessati da roghi in tutta la Sardegna), con gravi danni a carico di diverse aziende e dello storico stabilimento dell’Acqua Santa Lucia. Una guerra andata avanti per 4 giorni, fino a completa bonifica, con l’impegno di circa 200 persone (tra donne e uomini di Corpo forestale, Protezione civile, Forestas, Vigili del fuoco, barracelli, forze dell’ordine e volontari), oltre 50 mezzi e 1.366.000 litri d’acqua per 880 lanci (95 le ore di volo di Canadair e elicotteri della flotta regionale) utili a neutralizzare l’aggressione del fuoco in un totale di 1.987 ettari coinvolti.
Nel quadro dell’attività investigativa del Corpo forestale, estesa a tutta l’Isola, sono emersi 3 arresti e 218 comunicazioni di notizie di reato alla Magistratura, fatti inseriti nella cornice di un altro dato nitido per l’anno appena archiviato: il 75% degli incendi, sottolinea la Regione sulla base delle indagini condotte, sarebbe di origine dolosa.
“Un dato in linea con gli ultimi 10 anni – ha precisato Lampis -, perciò dobbiamo impegnarci maggiormente nella sfida culturale per la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale e paesaggistico, settore decisivo per lo sviluppo ed il riscatto della Sardegna. Una battaglia che va combattuta soprattutto nei luoghi formativi per eccellenza, come la scuola, dove purtroppo in questo periodo non è stato possibile realizzare le iniziative previste dall’Assessorato. Presto, superata l’emergenza sanitaria, riprenderemo con le iniziative per conseguire questo importante obiettivo”.
Il 2020 è anche l’anno di un terribile lutto proprio nei giorni del drammatico faccia a faccia dell’Isola con il fuoco: Alessandro Diana, 19enne di Pabillonis volontario della Protezione civile, è morto in un incidente stradale mentre si recava a spegnere l’ennesimo incendio boschivo. Un dramma nel dramma, nelle ore più buie di un’estate da dimenticare.
La Campagna antincendi 2020, nel suo complesso, si è chiusa con una media di 17 interventi giornalieri, numero balzato a 22 nel periodo tra il 1° giugno e il 31 agosto. Nella sua totalità, lo sforzo di uomini e mezzi in tutta l’Isola è cristallizzato in un resoconto che, secondo Regione Sardegna, restituisce la dimensione di una risposta puntuale ed efficace contro lo spettro di un disastro potenzialmente ancora più grande. “Tempestiva”, ha sottolineato Lampis, la macchina regionale per l’emergenza che ha contato sul lavoro di oltre 7mila operatori, 11 elicotteri leggeri, Super Puma, 3 Canadair del Dipartimento nazionale della Protezione civile e 281 mezzi a terra.
Nell’anno che si chiude, però, non c’è solo solo il rosso delle fiamme. Tra le maglie di una piaga contro cui occorre combattere con una sempre attenta strategia – preventiva e operativa – spicca anche il verde della speranza. Un colore reso ancora più intenso da un’analisi che affonda l’occhio nei dati sugli incendi degli ultimi 10 anni: “Per il secondo anno consecutivo – ha aggiunto Lampis riferendosi al 2020 – registriamo dati positivi rispetto alla media degli ultimi dieci anni, come la riduzione del numero degli incendi (-18%), la drastica riduzione della superficie complessiva percorsa (-34%) e di quella boscata (-30%). Anche la superficie media per incendio registra un’importante riduzione, rispetto al dato medio del lungo periodo: -21%”.
Sono dati importanti e positivi, certo, ma che non devono far allentare la guardia su un fenomeno che, per l’Isola, costituisce una macchia ancora dura da cancellare. Sullo sfondo, ancora numerosi obiettivi in tema di pianificazione e intervento di breve, medio e lungo periodo che orbitano nella galassia delle priorità: “I numeri di quest’anno – ha dichiarato l’assessore regionale – non rappresentano certamente un punto d’arrivo, ma un nuovo punto di partenza per migliorare ulteriormente e sconfiggere questa piaga che da troppo tempo affligge la Sardegna. Continuerà anche la collaborazione con le Amministrazioni comunali affinché tutte si dotino, in tempi brevi, dei piani di protezione civile che riguardano il rischio incendi e quello idrogeologico”. 41, allo stato attuale, i Comuni sardi che ne sono sprovvisti.