Nonostante il divieto di importare rifiuti nell’isola, tanto meno quelli pericolosi, una nave della Tirrenia, la Maria Grazia Onorato, salpa due volte la settimana da Livorno per Olbia e Cagliari con un carico di amianto ridotto in polvere o a pezzi.
L’ultimo arrivo sabato, di notte. Scarica sacchi bianchi, pieni del terribile veleno proveniente dal nord e dal centro Italia, posati sui pianali di rimorchi senza sponde laterali né posteriori, destinati alla discarica di Riverso sul monte Onixeddu a riempire la vecchia miniera di Barega, nei pressi di Gonnesa non lontano da Carbonia.
Non rifiuti pericolosi, ma molto di più: L’OMS ha emesso un verdetto inappellabile “tutti i tipi di amianto sono cancerogeni” e ribadisce il pericolo di questo materiale “le fibre di amianto possono infatti causare tumori del polmone e mesoteliomi. Il processo di sviluppo della malattia – secondo gli scienziati – è molto lungo: passano in genere 25, e spesso 45-50 anni dall’inizio dell’esposizione all’amianto prima che compaia il cancro, in particolare il mesotelioma”.
La pericolosità dell’amianto è ormai comprovata da studi scientifici e il suo interramento è devastante per le falde idriche e disastroso per la salute umana e l’ambiente.
A questo proposito, il consigliere regionale del M5S Alessandro Solinas, già firmatario di una mozione che impegna il Presidente della Regione a rendere operativo il bando per la bonifica dell’amianto in Sardegna, ha denunciato questo gravissimo fatto chiedendo alla Regione di attivarsi per istituire al più presto la Commissione speciale per l’amianto.
“Cambiano le ditte di trasporto, varia il materiale ospitato nelle stive delle navi, ma purtroppo, non cambiano le situazioni: in Sardegna continuano gli sbarchi di tir carichi di rifiuti pericolosi. Fatti gravissimi riportati dalla stampa e che ci devono far riflettere su quanto sta accadendo nella nostra regione. –denuncia il consigliere Solinas– In un’isola in cui sono ormai all’ordine del giorno le manifestazioni di protesta per dire no all’arrivo delle scorie nucleari, stupisce l’immobilismo della Regione di fronte all’arrivo di un enorme carico di amianto proveniente dal Nord Italia e destinato ad essere interrato nelle discariche sarde, tra Gonnesa e Carbonia. Ci saremmo aspettati una levata di scudi in difesa del territorio sardo e invece non risulta alcuna forma di protesta né di dissenso da parte del governo regionale”.
“Nella nostra regione, e in particolare nella Provincia di Oristano, la questione rifiuti è molto sentita, dal momento che sono numerosi i siti utilizzati come discariche e gli edifici pubblici che necessitano di essere bonificati dall’amianto. Anziché accelerare per portare a compimento le opere di bonifica, si continuano a importare rifiuti pericolosi. Oggi più che mai – conclude Solinas– è necessario che la Regione attivi la Commissione speciale per l’amianto e avvii un censimento dell’amianto presente sul territorio sardo, che comprenda anche i caseggiati abbandonati”.
Con la complicità della lobby nazionale dei rifiuti e con il silenzio di molti, la nostra isola, da oasi naturale, giardino incantato e mare incontaminato, è sulla via di diventare una discarica nazionale: da giardino a immondezzaio.