Sono ufficialmente iniziati i lavori per il restauro e la rifunzionalizzazione dell’ex batteria SR 413 a Punta Giglio, uno degli immobili pubblici messi a bando dall’Agenzia del Demanio grazie all’iniziativa “Cammini e Percorsi”.
L’ex compendio militare, che si trova all’interno del Parco Regionale di Porto Conte, in una zona SIC – Siti di Importanza Comunitaria e ZPS – Zona di Protezione Speciale, nel 2018 era stato affidato attraverso un bando di gara pubblico alla Società Cooperativa “Il Quinto Elemento”.
Al centro del progetto ci sarà la realizzazione di un nuovo museo (MAPS – Museo Ambientale di Punta Giglio – Sardegna) per divulgare le caratteristiche storiche e naturalistiche dell’area.
In base alle informazioni divulgate dalla stessa Cooperativa “non si attuerà nessuna “privatizzazione” dell’area. Una volta ultimata la fase dei lavori i cittadini potranno accedere con le stesse modalità odierne: i cittadini residenti nel Comune di Alghero potranno godere della fruizione gratuita, mentre sarà a pagamento per i non residenti (salvo nuove disposizioni)”.
Il cantiere durerà pochi mesi. L’area direttamente interessata dai lavori sarà interdetta al pubblico per motivi di sicurezza, mentre il resto dell’area forestale sarà comunque accessibile anche nelle prossime settimane. Il termine dei lavori è previsto per l’inizio dell’estate 2021.
Nonostante le rassicurazioni da parte della Cooperativa – che ha più volte sottolineato il lavoro a stretto contatto con dirigenza del Parco di Porto Conte e amministrazione – l’assenza di comunicazione ufficiale da parte delle istituzioni non ha convinto parte dei cittadini algheresi che hanno deciso di riunirsi in un Comitato atto a far luce sul “bene comune ora privatizzato”.
“Abbiamo dato vita al COMITATO PER PUNTA GIGLIO aperto a tutti coloro che hanno a cuore il Bene Comune che nel nostro caso è rappresentato da questo contesto naturalistico di eccezionale valore, parte integrante del Parco Naturale Regionale di Porto Conte (nel territorio comunale di Alghero – Sardegna). Il Comitato per Punta Giglio intende porsi l’obiettivo di informare l’opinione pubblica sulla qualità del patrimonio presente in quest’area (sottoposta anche ai vincoli in quanto Zona di Protezione Speciale e Sito di Importanza Comunitaria), ricchezza che appartiene a tutta la collettività e che richiede la massima tutela. (…) Riteniamo che a Punta Giglio nell’immediato sia da evitare ogni forma di privatizzazione e ogni attività ricettiva che potrebbe pregiudicare l’eccezionale presenza di valori paesaggistici, geo-speleologici, di biodiversità botanica e faunistica, paleontologici e storici, come documentano quanti, studiosi ed appassionati, da differenti punti di vista e approfondimenti scientifici, attestano nel documento“.
E i numerosi membri del neonato Comitato hanno stilato 63 pagine di relazione che racconta la preziosa area di Punta Giglio. “Sembrerebbe esserci un vulnus nella destinazione d’uso che si vorrebbe dare alla casermetta, una destinazione alberghiera, destinazione d’uso con cui è stato vinto il bando. Sembrerebbe, dalle relazioni inziali dei tecnici, che gli strumenti urbanistici del Comune di Alghero non fossero sin dal principio congrui per quel bando”, si legge nella relazione.
Il museo e la piccola foresteria, per la quale è stato scelto il nome di Rifugio di Mare, saranno particolarmente sostenibili – assicurano i membri del Quinto Elemento – l’energia elettrica sarà ricavata attraverso pannelli fotovoltaici, scelti con cura per evitare disturbi all’avifauna.
Ma la relazione del Comitato solleva altri dubbi.
“Dal momento che la struttura si configura come foresteria/casa per ferie l’intervento non richiede un cambio di destinazione d’uso sostanziale, mantenendo la stessa categoria funzionale che aveva in passato, quando veniva utilizzata per offrire alloggio e ristoro ai militari, in quanto oggi è semplicemente cambiato il soggetto che da alloggio per militari diventerà alloggio per i turisti; inoltre la fruizione della struttura sarà legata a un ticket di ingresso al Parco, in modo tale che vada ad integrarsi alla gestione dello stesso, mantenendo la sua finalità pubblica. Ma alloggiare militari, in tempo di guerra, in un ricovero spartano finalizzato all’attività bellica può essere paragonato ad alloggiare dei turisti in tempo di pace, per il pieno godimento del paesaggio e di una piscina? Possiamo ritenere etico oltre che legittimo un simile paragone?“
