“Il taglio della vegetazione a Capo Caccia è abusivo, ora è necessario il ripristino ambientale”. A chiedere una ferma azione di tutela del territorio è il Gruppo Intervento Giuridico che da subito era intervenuto per denunciare il delitto ambientale avvenuto agli inizi di dicembre ad Alghero quando gli uomini del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna hanno posto sotto sequestro preventivo l’area dell’Hotel, acquisito nel 2019 da una cordata di imprenditori capeggiata da Francesco Biasion, titolare della società siderurgica Bifrangi e del vicino “Condominio Eurotel Capocaccia.
“Sfacciatamente è stato realizzato il disboscamento totale effettuato su un bosco misto di Ginepri e Conifere eseguito per una porzione di circa un 6000 mq, in assenza di qualsiasi autorizzazione paesaggistica ed anche della valutazione di incidenza ambientale – fanno sapere dall’associazione, che aggiunge – Il taglio boschivo in danno di un soprassuolo caratterizzato dalla presenza di Ginepri secolari e numerosissime piante di Pino, costituisce un vero e proprio delitto ambientale, in area particolarmente
protetta.
Oltre alle indignate reazioni da parte di amministratori locali (sindaco e maggioranza, opposizione consiliare) associazioni ambientaliste e, soprattutto, da parte di tanti cittadini, fin da subito vi sono state prese di posizione estremamente critiche da parte dell’Azienda speciale di gestione del Parco naturale regionale di Porto Conte, mentre ha tentato di minimizzare il rappresentante legale del Condominio Eurotel Capo Caccia, parlando di “regole antincendio”.
“In realtà, le applicabili prescrizioni regionali antincendio 2020-2022 non esimono dal richiedere le varie autorizzazioni ambientali in relazione allo stato giuridico dei terreni interessati – proseguono dal GRIG – per stravolgere l’ambiente di Capo Caccia, come è accaduto, sarebbe stato necessario acquisire quantomeno l’autorizzazione paesaggistica, il provvedimento favorevole conclusivo del procedimento di valutazione di incidenza ambientale e nullaosta dell’Ente di gestione del Parco naturale regionale di Porto Conte”.
Secondo gli esperti del Gruppo Intervento Giuridico la Società immobiliare era perfettamente a conoscenza del quadro vincolistico, in quanto debitamente e preventivamente informata dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e, in caso di dibattimento penale, come associazione presenterà istanza di costituzione di parte civile con la richiesta di esemplare condanna dei responsabili.
Il GrIG inoltre afferma che le amministrazioni pubbliche competenti – Ministero per i beni e attività culturali e il turismo, Regione autonoma della Sardegna, Comune di Alghero – possono fin da subito ordinare il ripristino ambientale a carico e spese dei trasgressori e che il comune di Alghero, il Servizio Valutazioni Ambientali (S.V.A.) della regione Sardegna e la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari interrogati sulla faccenda dichiarano che non risulta agli atti dei rispettivi Uffici alcuna pratica o istanza inerente tale intervento.
“A questo punto – concludono dall’associazione – oltre al procedimento penale già avviato su impulso del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale – è necessario ordinare il ripristino ambientale in quanto non è azzardato ipotizzare che il taglio boschivo sia propedeutico agli aumenti volumetrici prospettati dal disegno di legge regionale n. 108 del 2020, più facili da realizzare senza l’ostacolo di un bosco, sebbene la giurisprudenza costituzionale in materia sia contraria in maniera chiara e inequivocabile”.