L’anno 2020 verrà ricordato a lungo… purtroppo. Infatti, dal mese di marzo è cambiata la nostra vita. La pandemia del Covid è entrata di prepotenza nelle nostre teste e tutti i nostri comportamenti si sono dovuti adeguare a questa nuova emergenza. In poco tempo la gravità della situazione sanitaria si è resa molto evidente, anche perché in televisione è diventato l’unico argomento di discussione.
In questo periodo le città si sono svuotate, la paura si è impossessata delle persone, gli ospedali invece si sono riempiti. Le immagini delle città deserte e degli animali che dalle campagne si trasferivano nei nostri centri abitati ci hanno fatto pensare quanto l’uomo abbia costretto la natura a sottostare alle proprie volontà.
In poco tempo ci siamo dovuti adeguare a questa nuova situazione che ha cambiato tutte le nostre relazioni sociali e ci ha portato a passare il tempo tra le mura familiari.
Avendo molto più tempo da passare in famiglia abbiamo riscoperto i valori nel nostro nucleo d’origine. Le giornate in casa erano lunghissime, le famiglie si sono unite sempre di più e tutti collaboravano riguardo alla cucina, al giardinaggio, alla musica, a varie attività fisiche da poter svolgere in casa, sulla scelta dei film da vedere, o dei giochi di società con i quali passare qualche ora.
Questo periodo è stato un bel periodo di riflessione e ci potrà servire per capire quali sono le cose importanti della vita, come la solidarietà, l’uguaglianza e l’altruismo, che nella società moderna passavano quasi in secondo piano: non bisogna mai dare niente per scontato. Il Covid da questo punto di vista ha fatto emergere la famiglia come centro di ogni nostra azione e questa unione si è rivelata la nostra forza. Una cosa che il Covid ha evidenziato è che gli uomini sono tutti uguali infatti questa malattia non ha risparmiato nessuno: belli o brutti, ricchi o poveri, potenti o sottomessi; tutti sono stati coinvolti da questa pandemia.
In molte persone si è fatta strada il timore del contagio con la frequentazione del prossimo non appartenente al nucleo familiare, diventare poveri infatti una delle conseguenze delle restrizioni alle quali siamo stati costretti, è stata per tantissima gente la perdita del posto di lavoro. La famiglia ha avuto un ruolo importante nel mantenimento degli affetti, ricoprendo un ruolo “amichevole”.
Da questa paura possono nascere sentimenti come tristezza mancanza di fiducia e addirittura depressione. Anche in questo caso per poter uscire da situazioni così difficili l’affetto familiare è il rimedio per poter andare avanti e cercare quell’ottimismo necessario per poter sconfiggere questo tipo di sfida.